Omelia 1 Gennaio 2024

Carissimi amici,

avrei un desiderio; di passare tra i banchi e uno per uno benedirvi per tutta la lunghezza dell’anno. Sappiate che se anche non faccio questo gesto, mentre tra poco dirò sul Pane: questo è il mio corpo, questo è il mio sangue, offrirò la Messa che sto celebrando per ciascuno di voi e per tutte le vostre intenzioni. Lo faccio con affetto ed amicizia verso tutti. Vorrei sentiste come un unguento prezioso le parole: Ti benedica il Signore e ti custodisca!

Ieri sera, alla fine dell’anno, mi colpiva molto ripensare a un gesto significativo nella messa a cui forse si fa poco caso. Il sacerdote mette una goccia d’acqua nel vino e dice: l’acqua unita la vino sia il segno della nostra unione con la vita divina di colui che ha voluto assumere la nostra natura umana. Dire il Signore ti benedica è augurarti che tu possa essere come quella goccia d’acqua mescolata nel vino, essere cioè impregnato, impregnata di Cristo fino a scomparire come una goccia d’ acqua in quel calice e trasudare Cristo. E’ come il dono che ci fa il crisma, quell’olio profumato che si riceve due volte nella vita: al battesimo e alla Cresima ( per noi sacerdoti sulle mani anche il giorno della nostra ordinazione) e messo sul capo, ci dice un legame, ci dona un’appartenenza, e ci impregna di Dio, del suo profumo. Ti auguro che ogni giorno che passa sia per te un’occasione per profumare, impregnarti di Cristo.

Ieri sera ringraziavamo, oggi ci mettiamo davanti al futuro che non conosciamo, non sappiamo cosa ci accadrà, cosa vivremo… oppure qualcuno, un po’, scoraggiato, dirà: non ci sarà nessuna novità: un giorno uguale all’altro, un anno uguale all’altro… ma sul nostro futuro possiamo dire una certezza: saremo amici di Dio. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto, il Signore rivolga a te il suo volto. Penso che noi, oggi con fede ricca di entusiasmo possiamo dire a tutti: ho una certezza sul mio futuro, il volto amabile di Cristo.

Ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine: questa roccia è la certezza sulla nostra strada. Possiamo vedere Dio, avere il suo volto dinanzi a noi ed essere suoi amici. E’ la nostra unica grande certezza e il tempo che passa ci dice che mai ci deluderà, davvero mai. Signore, non c’è stato giorno in cui la tua mano non mi ha sorretto, non c’è stato giorno in cui il Tuo volto non mi abbia sorriso e incoraggiato, non c’è stato giorno in cui il Tuo Cuore non mi abbia riscaldato, non c’è stato giorno in cui ho perso la certezza del Tuo Volto.

Qui è il segreto della v ita, qui è la sorgente del nostro camminare: a che servirebbe agitarsi ogni momento, se non avessi accanto la tua mano, se non potessi trascorrere del tempo a contemplare il Tuo volto sempre nuovo, sempre sorgente inesauribile di continua pienezza?
Signore, il tempo che passa m’insegna che non serve realizzarmi, non serve mettere al centro il mio io e le mie domande: ciò che serve è che Tu guidi la mia vita e che il tempo sia lo spazio fecondo dove si realizza solo ciò che Tu vuoi.

Ho bisogno però, di chiederti una grazia all’inizio dell’anno: la libertà interiore. Sì, ho bisogno di una libertà che mi aiuti a congedarmi da me stesso, che mi spogli delle mie paure e condizionamenti, ho bisogno di non essere più schiavo di ciò che devo fare, quasi passando il tempo a rosicchiare la vita senza gustarla, ho bisogno di un cuore libero, libero da me stesso, un cuore che ti faccia vivere sul serio e che faccia spazio agli altri, ho bisogno di essere un uomo libero, perché felice di sperimentare l’onore impagabile di essere figlio. L’unica mia ricchezza sia essere figlio: sentirmi a mio agio con Te, sentirmi con Te a casa, amato e custodito. Questo mi basta, questa è vita in pienezza!

Abbiamo biosgno di andare, senza indugio, come i pastori: camminare spediti nel vedere Maria, Giuseppe e un bambino adagiato in una mangiatoia. Abbiamo bisogno di ferialità gioiosa: ho bisogno di ritornare ad accorgermi di te nelle pieghe feriali della mia giornata, di sapere che Tu ami la ferailità ai grandi eventi, il quotidiano più che le grandi feste, la discrezione più che il rumore di eventi prodigiosi. Ami lo spazio gratuito, in cui non ci chiedi nulla: ai pastori non viene chiesto nulla, non viene chiesto di prendere impegni per il nuovo anno, di presentare chi sono e cosa fanno… viene chiesto di contempolare, di avere uno sguardo contemplativo capace di riconoscerti nelle pieghe feriali della nostra esistenza.

Abbiamo bisogno di raccontare Dio, di tornare a narrare come i pastori e suscitare stupore. Abbiamo bisogno di continuare a raccontarci la fede, a generarla nei nostri figli e nipoti; abbiamo bisogno di far vedere loro un cuore credente, autentico, di far vedere loro un vangelo genuino, non annacquato in tanti grigi compromessi che fanno scappare i nostri ragazzi dai nostri ammuffiti ambienti cristiani. Abbiamo bisogno di raccontare storie, le nostre, salvate e riempite dell’amore di Dio.

Abbiamo bisogno di custodire nel silenzio come Maria: abbiamo bisogno di far tacere le parole, di non lasciarci confondere da una comunicazione abbondante, ma falsa, maligna. Abbiamo bisogno di silenzio e di verità. Aiutiamo il mondo e noi stessi che è meglio tacere ed essere, che parlare e non essere.

Abbiamo bisogno di dare il nome di Gesù a tutto ciò che ci accade, a dare il suo nome alle cose che trattiamo, alle relazioni che costruiamo, ai nostri progetti, alle nostre sofferenze, alle nostre solitudini, alle nostre giornate. Ogni giorno sia sempre più una goccia di vita, mescolata nelle mani di Dio che è Padre di tutti. Faccio mie le parole di  Charles de Focalud che diventano il mio augurio per ogni giorno del nuovo anno:

Padre mio mi abbandono a te,
fa di me ciò che ti piace.

Qualunque cosa tu faccia di me
Ti ringrazio.

Sono pronto a tutto, accetto tutto.
La tua volontà si compia in me,
in tutte le tue creature.
Non desidero altro, mio Dio.

Affido l'anima mia alle tue mani
Te la dono mio Dio,
con tutto l'amore del mio cuore
perché ti amo,
ed è un bisogno del mio amore
di donarmi
di pormi nelle tue mani senza riserve
con infinita fiducia
perché Tu sei mio Padre.

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