Vorrei fermare la vostra attenzione su due personaggi non protagonisti nella Passione, ma che mi aiutano a entrare con voi nella Settimana santa. Il racconto di Marco si apre con Gesù a pranzo nella casa di Simone: una donna entra improvvisamente con un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro valore, assai prezioso. La donna ruppe quel vaso e versa il profumo sul capo di Gesù.
Sì, vogliamo rompere anche noi il vaso: esso rappresenta il guscio ben solido che ci siamo costruiti dove proteggiamo, dove abbiamo messo in sicurezza il nostro io, chi siamo veramente.
In questi giorni santi è l’ora di rompere tutte le certezze, tutte le nostre freddezze che hanno atrofizzato la cordialità delle relazioni; è l’ora di rompere tutti i falsi pudori, le maschere con cui ci costringiamo a camminare nella vita, a rompere tutti gli aggiustamenti e i compromessi grigi della nostra quotidianità.
E’ l’ora di rompere la paura di esprimere i nostri sentimenti, è l’ora di non misurare più l’amore verso gli altri con il contagocce, con l’orologio alla mano; è l’ora di esprimere affettività piene, di non avere paura dei sentimenti del cuore.
E’ l’ora di non pensare che l’amore abbondante sia uno spreco, è l’ora di non avere paura di perdere tempo per amore, è l’ora di non pensarci inutili se tutto ciò che facciamo non ha alcuna utilità. E’ l’ora di non difenderci , ma di aprire dal buon tesoro del cuore tutto ciò che di buono possediamo. Non possiamo più metterci il lusso che il vaso dei nostri pesi, dei nostri affanni, e del nostro dover fare bene tutto ogni giorno, renda sterile la nostra capacità di amare ora, per sempre e con spreco abbondante.
La Passione di Cristo è amore che non teme lo spreco: la tirchieria del cuore, il congelamento degli affetti e delle espressioni di dolce delicatezza non possono più essere repressi. E’ l’ora di una nuova umanità: quella che non tiene più nulla per se stessa, ma che sa rompere ogni egoismo e finalmente sa amare continuamente attingendo alla sorgente inesauribile che è la Croce di Cristo. Troviamo il momento, il coraggio di rompere finalmente il vaso del nostro io, non abbiamo paura di frantumarlo, non perderemo nulla, ma troviamo questo coraggio per rompere finalmente tutto ciò che abbiamo costruito per difenderci.
Facciamo come quel ragazzo che segue Gesù e con un po’ di paura fugge nudo, perdendo il lenzuolo che l’avvolgeva. E’ forse vigliacco, forse ha paura, ma ha fatto il primo passo: ha cominciato a correre spogliato, mettendo in evidenza la verità di se stesso. Cominciamo ad essere veri, autentici, liberi finalmente da noi stessi e comincerà una vita meravigliosa, avremo rotto il vaso del nostro io e correremo liberi, per ritrovare il Signore. Quel ragazzo sembra sia Marco, quello che poi ha scritto il Vangelo: cominciamo a dare ali alla nostra identità e ci ritroveremo tutti a scrivere con la vita, la nostra, pagine bellissime di Vangelo e a spargere, senza trattenere, il profumo dell’amore, l’unico profumo che sa di libertà e di autenticità.
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