Natale 2022

Carissimi,
un parroco sente tanta emozione quando, dall’altare, spezza il Pane per il suo Popolo.
Uno dei momenti che tocca di più il mio cuore e aumenta in me la gioia del sacerdozio è la Messa della domenica mattina con i bambini e le loro famiglie.
Mi commuove incrociare i loro occhi, guardare i loro genitori e avverto un senso di fraternità e di paternità. E’ davvero la comunità che si riunisce: bambini, genitori, nonni, adolescenti, alcuni giovani, persone sole, religiose, collaboratori…
Mi sembra di percepire in tutti una sete di relazione e di condivisione, di disponibilità all’incontro e all’amicizia, di far venire alla luce la brace sotto la cenere, le potenzialità di bene, a volte nascoste, nella fatica del quotidiano. Mi appare evidente negli occhi dei bambini la possibilità di vedere Dio per la trasparenza dell’autenticità e dell’intenzione; si tocca con mano la domanda dei genitori sul loro futuro, lo smarrimento per tante difficoltà, il bisogno di ascoltare una parola che scaldi il cuore, mi sembra di percepire nei nonni e nelle nonne l’emozione di vedere i loro nipoti vicini al Signore, con dentro l’urgenza di generare in loro l’essenziale. Si tocca con mano la gratitudine di persone sole o affaticate, che nella gioia dei bambini, respirano l’aria della casa, alleviano la loro solitudine, sentono l’affetto di un’amicizia che potrebbe diventare affidabile e sicura.
Sogniamo tutti una comunità, che come dice Papa Francesco, sia una mamma dal cuore aperto.
Sogniamo una parrocchia che sia casa e su questo si sta muovendo il nostro cammino sinodale in comunione con tutta la Chiesa: abbiamo deciso di camminare insieme per fare di questo spazio una casa. Non è vero, come alcuni ritengono, che sottolineare il “cantiere” della casa, fa dimenticare l’ ìmpegno ad andare verso il quartiere e la città; sentiamo, invece, che possiamo correre nel mondo ed esserci, in modo credibile, solo portando l’esperienza del focolare. Non siamo funzionari e non portiamo il Vangelo da estranei: ma crediamo che la forza dell’annuncio è la fraternità delle mura feriali e non consiste in strategie di programmi e di prediche, di grida o di passaggi di annunciatori competenti, ma isolati. Ci anima la convinzione che lo Spirito ci precede sempre e che noi annunciamo il contenuto di ciò che siamo: casa feconda, grembo materno, spazio feriale di relazioni sane e luminose. Porto nel cuore la mano della mi mamma che giovanissimo mi accompagnò in Seminario. La mia storia è stato sperimentare la maternità della Chiesa e di sentirla nel cuore spazio dove sono stato accolto, dove ho ricevuto nutrimento, esperienza di figliolanza gustosa e perenne.
Cari amici, vorrei augurare a ciascuno Buon Natale. Con voi, Popolo Santo, vorrei con il Natale, fare un passo in avanti, non tanto e non solo perché ci fa bene essere casa, ma perché vogliamo che le nostre mura e i nostri incontri diventino spazio domestico per il Signore, il Salvatore che tutti attendono e che il mondo cerca come la Sua pienezza.
Vi voglio bene e vi benedico con tanto affetto,
don Antonio

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