Carissimi,
siamo come quelle donne, in questo giorno di Pasqua. Ci rechiamo al Signore, con gli aromi preparati. Quali sono i profumi che portiamo oggi, davanti al Signore? San Roberto quali aromi porta? Quali profumi abbiamo preparato?
Come Parroco riconosco che alcuni aromi sono chiari per noi: portiamo l’aroma della comunità. Ho insistito con forza , non mi vergogno di dire, che è stato il motivo continuo di questi due anni per me vissuti qui: ma oggi sento che il profumo della comunità è vivo, un odore che si comincia a riconoscere perché ho visto tanti di voi cominciare a dedicarsi per preparalo. Oggi lo portiamo insieme. Portiamo l’aroma dei bambini e dei ragazzi: san Roberto si è fortemente sbilanciata su di loro. Sono molti, dedichiamo cuore, affetto, giornate … … molte solo a loro, dal lunedì fino allo spettacolo meraviglioso del sabato pomeriggio, porto il germoglio profumato di alcuni adolescenti che hanno iniziaito a fare casa… qui e nella Chiesa: è il profumo della genuina autenticità che ci viene dal cuore di ogni bambino e ragazzo che varca questo luogo; portiamo l’aroma dei papà cui ho voluto caratterizzare la parrocchia perché sia spazio generoso di padri coraggiosi , spazio dove la paternità di Dio sia visibile e certa; portiamo nel cuore l’aroma della Parola e della preghiera che sono diventati spazi che ci abitano e ci abbracciano. Portiamo gli aromi della nostra vita: portiamo la dolcezza della nostra fede, la carezza dello Spirito che ci attraversa, portiamo il profumo delle cose belle e gioiose delle nostre case e delle nostre famiglie, portiamo tutti il profumo del bene che ci attraversa e ci consola. Così ricchi di questi profumi stanotte siamo insieme a celebrare la Pasqua! Ma veniamo davanti al Signore sperando di trovare il suo corpo! Portiamo aromi preziosi per cui abbiamo speso fatiche, ci abbiamo messo cuore, abbiamo sofferto per prepararli, siamo dovuti andare a cercare gli ingredienti giusti per ottenere aromi preziosi… abbiamo camminato per trovare l’olio delle lampade per entrare nella festa di nozze… ci sembra di essere in ritardo … frastornati … ci aspettavamo di trovare un corpo dove spanderli , trovare il Signore che ci dicesse grazie, trovare il corpo del riconoscimento, della gratitudine, della ricompensa. Noi speravamo di trovare una risposta, almeno un grazie, un ritorno ed un riconoscimento affettivo, gratificante. Un corpo che si lasciasse ungere dal nostro lavoro e dal nostro impegno. Questi aromi ci rimangono in mano, inutilizzati: ma ne è valsa la pena averli preparati? Servono a qualcosa? Tutto il lavoro della vita, le nostre stanchezze e il nostro zelo umano dove potremo manifestarlo? E’ il momento di non chinare gli occhi per terra, ritornare con cuore gonfio sul nostro io … è l’ora di alzare gli occhi. Il Signore è mio aiuto e mia forza, la sua ombra mi proteggerà. Signore, che non prepariamo aromi con gli occhi gonfi di superbia, con l’orgoglio di chi sa il fatto suo, di chi cerca solo se stesso, di chi prepara profumi senza di Te. E’ troppo triste un impegno seppure generoso, ma senza Cristo. E’ ancora troppo pesante un cristianesimo impegnato senza Cristo, una redenzione senza un redentore. Non troviamo un corpo, perché Dio non è un oggetto cui trasferire la nostra generosità, ma il cristianesimo è l’affascinante esperienza di una relazione viva, palpabile, autentica. Il Signore è qui, vivo, accanto a noi e tutto deve scaturire da una relazione vivente. Il Volto mite e festoso di Cristo oggi ci viene incontro per abitarci, per sostenerci, per dialogare con noi. Non è importante ciò che portiamo, non dobbiamo presentarci con meriti e conquiste, ma evangelizzare, portare il Vangelo significa vivere il calore di un’amicizia , di una relazione che è sempre nuova e impregna ogni avvenimento non pensato e non calcolato.
Scrive Santa Teresina del Bambino Gesù: non voglio ammassare meriti per il cielo. Voglio lavorare solo per tuo amore, con l'unico scopo di salvare le anime che ti ameranno in eterno. Alla sera di questa vita, mio Dio, comparirò davanti a te a mani vuote. Non ti chiedo, Signore, di contare le mie opere. Tutte le nostre giustizie hanno macchie ai tuoi occhi. Voglio rivestirmi della tua giustizia e ricevere dal tuo amore il possesso eterno di te stesso. Non voglio altro trono e altra corona che te, Signore! Ti supplico di consumarmi senza posa lasciando traboccare nella mia anima i flutti di infinita tenerezza che sono racchiusi in te. E così possa divenire martire del tuo amore, o mio Dio. Voglio, o mio Signore, a ogni battito del cuore rinnovare questa offerta un numero infinito di volte, fino a che, svanite le ombre, possa ridirti il mio amore in un «a faccia a faccia» eterno.
Allora non troviamo un corpo, ma entriamo nel cielo, davanti a uomini con abito sfolgorante, gente risorta.
Si, è l’ora di cercare il Vivente e di Testimoniarlo. Siamo stanchi di un cristianesimo senza vita, di un cristianesimo spento dalle nostre idee, di un cristianesimo inquinato dai sensi di colpa, dalle accuse, dalla noia di vite perfette, senza carità che brucia, , di gesti santi , ma svuotati, di volti che annunciano per mestiere senza l’entusiasmo della sorgente, di piedi che corrono senza il fuoco dello Spirito. E’ l’ora di un cristianesimo che brucia, di un roveto che non si consuma, di un cristianesimo che disseta, di un’acqua viva che non deve più portarci ad attingere a pozzi tristi e aridi… a non accontentarci di frammenti di vita, senza abbracciare per intero la vita. Sì, finalmente il sepolcro è vuoto: non è più il tempo del cristianesimo programmato, studiato al tavolo delle nostre idee e dei nostri programmi, di progetti e itinerari che sono sempre quelli da anni, senza la fiamma scoppiettante dello Spirito. E’ l’ora di far venire alla luce il fuoco sotto la cenere: è l’ora di un cristianesimo feriale e non delle grandi occasioni! Basta cercare il Vivente con vite scontate e incerte, mescolare il Cristo in esistenze spente, in entusiasmi accecati, ostinarci a volere Cristo dentro giornate mediocri e di basso profilo., di abitudini inquinate e sporche che ci fanno rimanere con gli occhi chinati a terra, senza vedere la luce dell’abito nuovo del Battesimo. E’ l’ora di sognare un cristianesimo pulito, che faccia la differenza, che sia veramente portatore di risurrezione, che sia novità continua, sorpresa che ci stupisce e ci lascia muti per tornare a cantare: davvero verrà a visitarci una luce, come quella del Cero, che sorge dall’alto e che ci libera per rischiarare chi è nelle tenebre e nell’ombra della morte. E’ arrivato il momento di non abituarci a un cristianesimo che sa di cadavere, di museo archeologico di cose passate, di tradizioni e di valori, ma non sa di relazione, di cielo, di vita.
Perché se incontro l’acqua, mi bagno e mi disseto; se incontro il fuoco, mi scotto o mi illumino; se incontro la morte, muoio; se incontro l’amore, amo; se incontro la vita, vivo. Incontrare il Risorto vuol dire risorgere. Dipende da cosa incontro. Stasera, quando proveremo a scambiarci la pace possiamo incontrare nella vita dell’altro che mi è vicino il Risorto. Carissimi, è l’ora di preparare aromi impregnati di Cristo, di Resurrezione e sarà una gioia essere Chiesa, essere comunità.
Papa Francesco scrive in EG: La fede significa anche credere in Lui, credere che veramente ci ama, che è vivo, che è capace di intervenire misteriosamente, che non ci abbandona, che trae il bene dal male con la sua potenza e con la sua infinita creatività. Significa credere che Egli avanza vittorioso nella storia insieme con «quelli che stanno con lui … i chiamati, gli eletti, i fedeli» (Ap 17,14). Crediamo al Vangelo che dice che il Regno di Dio è già presente nel mondo, e si sta sviluppando qui e là, in diversi modi: come il piccolo seme che può arrivare a trasformarsi in una grande pianta (cfr Mt 13,31-32), come una manciata di lievito, che fermenta una grande massa (cfr Mt 13,33) e come il buon seme che cresce in mezzo alla zizzania (cfr Mt 13,24-30), e ci può sempre sorprendere in modo gradito. È presente, viene di nuovo, combatte per fiorire nuovamente. La risurrezione di Cristo produce in ogni luogo germi di questo mondo nuovo; e anche se vengono tagliati, ritornano a spuntare, perché la risurrezione del Signore ha già penetrato la trama nascosta di questa storia, perché Gesù non è risuscitato invano. Non rimaniamo al margine di questo cammino della speranza viva!
La fede passa attraverso una consegna, una crocifissione e una risurrezione:
si arriva alla Pasqua consegnandosi senza lasciare nulla a se stessi, donandosi con tenacia vera, da uomini crocifissi, orgogliosi di consumare la vita, per poi gustare il sapore che nel dono si vive per davvero e per sempre, da risorti.
Carissimi, mi auguro che facciamo come Pietro: s’incrini l’incredulità e comincia la meraviglia per ciò che Dio opera nella vita di tutti noi.
Signore, riempici del Tuo Spirito di Risorto per essere credenti significativi.
Cristo, Vivente: , tu che sei luce: ispiraci Tu pensieri santi, per compiere azioni da risorti ogni giorno;
Spirito Santo, Tu che sei fuoco: riempici di entusiasmo per il Vangelo, facci essere ciò che dovremmo essere per incendiare gli spazi di ogni giornata.
Spirito Santo, vento forte, soffia con forza su di noi per darci la garanzia che tutto avviene nella potenza del Tuo soffio, e non per l’apparente potenza delle nostre capacità o del nostro carisma personale;
Spirito santo, soffio leggero: che ogni cosa sia ritmata dal tuo respiro umile e semplice, donaci la pazienza di aspettare, la gioia di non perdere il gusto di cose semplici, di passi modesti, ma reali, fa’ che le nostre azioni siano espressione del Tuo respiro, l’unico che garantisce vita.
Spirito del Risorto, lega la nostra comunità al Padre; Spirito del Risorto sii Tu l’aroma che portiamo orgogliosi nei vasi delle nostre esistenze, conservaci in te e fa’ che nelle nostre famiglie, nella nostra parrocchia si senta il profumo della Tua Presenza perché davvero il Verbo sia visibile nella nostra umanità, nella fede con cui ogni giorno camminiamo verso il Cielo. Spirito Santo, che ci preceda sempre l’aroma del Risorto perché tutto di noi abbia in Lui il suo inizio e il suo compimento.
Amen.
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