Carissimi/e,
questa messa, come ogni celebrazione si concluderà con la benedizione. Oggi vorrò anche io come sacerdote e parroco fare questo gesto con maggiore consapevolezza, metterci tutto il cuore possibile, far giungere anche l’affetto e il calore umano di essere pastore, per grazia di Dio, di questa bella comunità, e desidero davvero che quella benedizione si estenda per tutti i giorni santi di questo anno giubilare.
Il Signore davvero faccia risplendere su ciascuno di voi il suo volto. Benedire oggi ha un sapore speciale anche nelle mani di noi sacerdoti. Benedire non è solo un augurio, un segno di buona fortuna o ricevere un semplice incoraggiamento del Signore, ma è riempirvi di Dio. Vi auguro che la benedizione di oggi impregni di Dio i vostri cuori, le vostre giornate, le vostre relazioni, le vostre case, il vostro lavoro, le vostre gioie e le vostre fatiche. Prego che la benedizione di questa giornata sia come l’olio, vi auguro che la benedizione di questa giornata sia come il crisma ricevuto nel Battesimo e nella Cresima, vi auguro davvero che tutto di Dio penetri in voi, che in ogni giorno ciascuno di voi, di noi possiamo trasudare di Cristo. Che tutto quello che penserete appartenga a Dio, che ogni vostra parola sia lampada ai passi vostri e degli altri come la Parola di Dio, che ogni vostro gesto sia potente come le mani di Dio, che le vostre mani e le vostre azioni siano trasparenza della delicatezza di Cristo, che le vostre carezze siano riempite di misericordia, che i vostri gesti, il vostro lavoro, la vostra tenacia realizzi attorno a voi miracoli, renda visibile la giustizia e la pace in ogni ambiente di vita. Vi benedico perché i vostri piedi siano capaci di andare in spazi sacri, dove è presente Dio, vi benedico perché i vostri passi siano secondo il disegno meraviglioso di Dio su di voi. Davvero mentre vi benedirò metterò tutto il cuore perché il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace. Ti voglio benedire con tutto il cuore perché nelle strade della tua vita chi t’incontra, possa in te, incontrare Cristo.
Per essere un altro Cristo sulla terra, siamo chiamati a far vedere l’impagabile onore di essere figli.
Sia lontano da noi una fede da schiavi, di chi fa le cose per paura, per dovere, per senso di buona volontà. Legati dolcemente a Cristo non ci può essere più con Lui una relazione da schiavi per cadere nella paura, di vivere in attesa di un premio finale, di vivere mettendo sottoterra, per paura, l’abbondanza di talenti ricevuta.
Per essere figli, sia lontano da noi ogni schema da mercenario: faccio le cose per Te, Signore, bene e con impegno, ma tu mi devi poi riconoscere ciò che sono e ciò che faccio ogni giorno, con giustizia e verità. Non riduciamo la relazione con il Signore alla ricerca di continui riconoscimenti e di andare davanti a Lui come quel fariseo che ringrazia per non essere come gli altri, ladri, ingiusti ma che è capace di digiunare e di dare a tutti quello che è dovuto. Ti auguro di vivere un’amicizia umile e disinteressata, serena, di chi sa che la fede è un’avventura straordinaria perché è la storia di un legame di amicizia costante e continua, dove il Signore si ama perché è il Signore e non per quello che mi può dare o riconoscere.
Nel mondo siamo figli, sentiamoci sempre accolti dalle mani del Padre, perdonati dalla misericordia del Figlio, liberi e leggeri per l’azione dello Spirito.
Nel mondo andiamo come custodi gelosi di una amicizia intima e feconda come quella di Maria ed infine corriamo nel mondo per vincere ogni ingiustizia, ogni violenza, ogni guerra, ogni sofferenza.
Ma dipenderà da me se il mondo continua ad essere nel male, se gli innocenti devono soffrire ancora, se attorno a me alcuni sono vittime di male, se qualcuno a me vicino soffre senza capirne il motivo?
Il dolore e la sofferenza, la violenza e il male degli innocenti rimangono sempre un mistero per tutti, ma forse possiamo aiutare Dio a ridurre tutto questo male. Lo vogliamo fare con forza nell’Anno Santo: sia uin passaggio, quello della Porta Santa, dal peccato alla relazione ricomposta, dalla sofferenza alla gioia, dal rancore alla riconciliazione.
Ognuno potrà aiutare Dio diventando più santo: una santità in più sarà un aiuto per gli innocenti che soffrono e che muoiuono. Se divento più santo io, posso dare una mano al Signore: possiamo offrire ciò che siamo, possiamo offrire un supplemento di santità: Dio lo prenderà, lo accoglierà e lo trasformerà in bene per un amico in ospedale, per un bambino innocente che è vittima della violenza, per un uomo o una donna soli in lacrime, per un fratello o una sorella che sta attraversando un momento oscuro.
Se saremo più santi, allargheremo la presenza del bene e , nel mistero del legame che abbiamo, una vita più santa, sarà un dono che allargherà la pace e farà diminuire il male, più saremo santi, e più aiuteremo, chi forse neanche on conosciamo, a soffrire di meno e a gioire per la nostra santità. Tutto questo oggi sia il frutto della benedizione che riceveremo alla fine di questa celebrazione e vi auguro di cuore a tutti un Anno davvero santo e davvero impregnato di santa benedizione, impregnato dell’amore di Cristo, unico tesoro che ci consente di vivere il tempo e l’eternità. Amen.
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