San Roberto Bellarmino

Il nostro  patrono è nato il 4 ottobre del 1542 a Montepulciano e morto a Roma il 17 Settembre 1621.  Fu il terzo di una famiglia di dodici figli, cinque fratelli e sette sorelle. I suoi genitori si chiamavano Vincenzo e Cinzia Cervini.  Fin da ragazzo si dedicò allo studio e diede segnali chiari di vocazione. La madre era la sorella del Cardinale Marcello Cervini, poi divenuto papa nel 1555 con il nome di Marcello II, che regno’ come pontefice solo ventuno giorni; uno dei pontificati più brevi della storia. Il Cardinale Cervini era molto vicino alla Compagnia di Gesù e il contesto e la presenza dei gesuiti a Montepulciano portarono nel 1557. Il padre lo voleva medico e per questo volevqa indirizzarlo a Padova, ma poi accolse la vocazione del figlio che iniziò l’anno di probandato insieme al cugino, Roberto Cervini. Il 20 Settembre 1560 i due giovani vennero a Roma nella casa dei Gesuiti. Il giovane iniziò subito con profitto e successo i suo studi. Si distinse presto per una grande capacità oratoria. Infatti, il giovane Bellarmino, fu inviato per gli studi prima a Firenze poi  a Mondovì e infine a Padova, dove venne impiegato  anche come predicatore. Fu infine inviato a Lovanio nel 1569 per completare gli studi e dove subito dopo cominciò l’attività di insegnamento. 

In quegli anni, nel marzo 1570, fu ordinato sacerdote e pronuncia la sua professione di gesuita nel luglio del 1572.  Rientra in Italia nel 1576 dove insegnò e scrisse opere teologiche ( Le Disputationes)  di altissimo livello e di vera sintesi di tutta la teologia del Concilio di Trento.  Nel 1589 interruppe l’insegnamento perché nominato consigliere del Cardinale Caetani, ma in realtà fu una breve misisone che si concluse con la morte del Papa Sisto V. Con i Pontefici successivi sicuramente il lavoro di Bellarmino alla Sede Apostolica fu intenso e di grande fedeltà al Papa. I Papi che ha servito da vicino sono: Gregorio XIV , Innocenzo IX e Clemente VIII. Il periodo che attraversa questi tre pontefici va dal 1590 fino al 1605. In quegli anni divenne rettore del Collegio Romano ( 1592-1595) e contribuì alla stesura della Ratio studiorum. Qui ci piace sottolineare la paternità e la santità di condotta con cui diresse il Collegio. Fu il padre spirituale del giovane Luigi Gonzaga che accompagnò con ardore fino alla morte. Nel 1595 fu nominato provinciale a Napoli e toprnò nel 1599 a Roma e fu nominato Rettore della Penitenzeria Apostolica, consultore della Congregazione dell’Indice e del Sant’Uffizio. Fu questo il periodo della nascita di un Catechismo che ci fa guardare a San Roberto come educatore alla fede cristiana. Fu nominato Cardinale il 3 Marzo 1599 con il titolo di S. Maria in Via. Conservò uno stile di vita sobrio e modesto. Fu quello il periodo della condanna di Giordano Bruno. I rapporti con il Papa Clemente VIII s’incrinarono sulla diversità di posizioni circa la selezione e la sede dei Vescovi. Fu allontanato e fatto Vescovo di Capua di cui fu Vescovo dal 21 Aprile 1602 al 3 Marzo 1605. E’ un dono il suo esercizio di un ministero santo e attento al proprio gregge. Nel conclave con l’elezione di Paolo V, sembra che sia stato vicino a deivenire successore di Pietro. Con Paolo V continuò la sua opera di teologo ed entrando in tante questioni per mandato del Pontefice. La questione che lo rese famoso e ancora oggi discussa è la controversia con Galileo Galilei. Il Bellarmino fece notare a Galielo le decisioni del sant’ Uffizio, non impendendo di discutere ancora sulla questione copernicana e di considera ancora un’ipotesi. Non fu costretto all’abiura, ma fu informato della censura.  Il Bellarmino scrisse: “Noi essendo ricercati della verità diciamo che il suddetto Galileo non ha abiurato in mano nostra né di altri qua a Roma, nemmeno in altro luogo che noi sappiamo, alcuna opinione o dottrina. Né ha ricevuto penitenze salutari… ma solo gli è stata comunicata la dichiarazione fatta da Nostro Signore e pubblicata dalla Sacra Congregazione dell’Indice, nella quale si contiene che la terra si muove intorno al sole, e che, il sole stia nel centro del mondo senza muoversi da oriente a occidente  ( per cui si ritiene che l’idea di Galileo) sia contraria alle Sacre Scritture, e però non si possa difendere né tenere”. Galileo conservò gelosamente lo scritto del Bellarmino. Il caso Giordano Bruno vede coinvolto anche il nostro santo: fu chiamato a dare un parere e il Cardinale ebbe molti colloqui con Giordano Bruno in carcere. Egli riconobbe in quei dialoghi la sua eresia, ma poi ritrattò tutto. Bellarmino fu sempre cordiale con Giordano Bruno e non partecipò alla corte dell’Inquisizione e alla sua condanna. Belalrmino scrisse opere anche ascetiche riprendendo i temi di san Bonaventura. Muore a Roma il 17 Settembre 1621 presso il noviziato di S. Andrea al Quirinale. Il processo di canonizzazione durò secoli, per concludersi nel 1923 con la beatificazione e la canonizzazione nel 1930 con la proclamazione a dottore della Chiesa l’anno successivo. A Roma, nel 1933, fu intitolata a Lui, la nostra Parrocchia. 

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